La censura di oggi arriva anche sull’ambiente, sulla verità di chi vive il territorio. Ma Lo Gullo è più forte!
- Angelo Lo Gullo

- 9 lug
- Tempo di lettura: 3 min

Non serve più vietare per far tacere.
Oggi la censura è fatta di diffidenza, silenzi strategici, sospetti ingiustificati.
È fatta di chi etichetta una voce indipendente come “scomoda”,
di chi preferisce ignorare invece di confrontarsi,
di chi — davanti alla verità — si rifugia dietro le procedure, la burocrazia, o peggio, la minaccia legale.
E questa forma di censura colpisce anche chi si impegna nell’ambito ambientale e meteorologico, dove dovrebbe contare solo l’impegno, la trasparenza, la responsabilità e l’etica.
E invece, troppo spesso, si contesta chi segnala, chi informa, chi agisce.

La verità fa rumore. Soprattutto quando è detta senza paura!
Chi lavora con trasparenza viene spesso accusato di “cercare visibilità”.
Un’accusa comoda, generica, che serve solo a spostare il discorso dalla sostanza alla persona.
Ma io, Angelo Lo Gullo, non ho bisogno di visibilità.
Ho bisogno che certe cose vengano dette.
E se nessuno le dice, le dirò io.
Il mio lavoro è pubblico, tracciabile, costante.
Le stazioni meteo, i dati, le mappe, le segnalazioni, il sito, le collaborazioni:
sono il frutto di impegno reale, di investimenti personali, di anni di preparazione e sacrificio, a 24 anni.
Non faccio mai nomi. Ma se qualcuno si sente chiamato in causa, si faccia una domanda!
Non ho mai attaccato nessuno direttamente.
Ma se un mio discorso generale fa scattare una reazione sproporzionata,
forse è perché chi reagisce sa bene di avere qualcosa da nascondere.
E non parlo solo delle istituzioni.
Parlo anche di chi — cittadino o operatore — si sente superiore alla legge,
di chi inquina, abusa, devasta, e pensa di poter continuare indisturbato.
Questo non è e non sarà mai possibile.
Se non vedo, non parlo.
Ma se vedo, parlo.
E se parlo, non si zittisce la mia voce con l’arroganza.
Critiche vere? Le accetto. Sempre.
A volte anche io sbaglio.
Ad esempio può capitare di fornire un’informazione tecnica troppo esposta, troppo “sottile”, in condizioni complesse.
Quando qualcuno me lo fa notare in modo serio, anche con tono forte ma non offensivo,
non mi offendo. Perché so che la responsabilità è mia.
Non ho mai minacciato nessuno per aver espresso un’opinione onesta.
Perché chi lavora davvero, prima di tutto, ascolta. E migliora.
Ma chi cerca di zittire chi dice la verità, non lo tollero!
Io non tollero le accuse ingiuste.
Non tollero le allusioni ipocrite.
E non tollero chi pensa di spaventarmi con codici o cavilli.
Perché chi lavora in modo pulito non ha paura di nulla.
Io sono il più forte. E non perché ho qualcosa dietro. Ma perché faccio tutto da solo!
A 24 anni, quello che ho costruito — da zero, senza supporti, senza agganci,
con le mie idee, con le mie mani, con i miei mezzi —
non lo può negare nessuno!
E per questo, non abbasso la testa davanti a nessuno.
Non alle istituzioni.
Non a chi mi giudica senza conoscere.
Non a chi pensa che basti una posizione o un nome per avere autorità.
La vera autorità è chi fa!
Chi mi ascolta, rifletta. Chi mi ostacola, si prepari. Perché io continuo!
La voce che non si può spegnere non è quella che urla.
È quella che continua, ogni giorno, a fare ciò che è giusto.
E io continuerò. Sempre.
Con lo stesso spirito, con la stessa responsabilità, con la stessa trasparenza.
Perché quando la verità è dalla tua parte, non hai niente da temere.


