Il NEVAIO più meridionale d’Europa, in CALABRIA: l’escursione di MLG sul Pollino conferma una stagione di tenuta nivale molto superiore al 2024!
- Angelo Lo Gullo
- 13 apr
- Tempo di lettura: 3 min

A metà aprile 2025, il nevaio del Pollino si presenta in condizioni nettamente più solide rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Il confronto con il 2024 non lascia spazio a dubbi: la stagione invernale appena trascorsa, pur non eccezionale in senso assoluto, ha garantito una copertura nevosa molto più duratura in quota, invertendo la tendenza rispetto a quanto osservato nella deludente stagione 2023/24.

Durante l’escursione del 12 aprile condotta da Meteo Lo Gullo (MLG), è stato possibile documentare un manto nevoso ancora ben distribuito e compatto, non solo nella conca principale del nevaio – situata a circa 100 metri a sud della vetta del Monte Pollino (2.248 m s.l.m.) – ma anche lungo canaloni e versanti settentrionali, dove la neve risulta spesso indurita e localmente ghiacciata.
Proprio queste condizioni hanno richiesto maggiore attenzione e un tempo significativamente più lungo per completare l’escursione rispetto al 2024: oltre 9 ore di cammino, con 17 km percorsi e circa 1000 metri di dislivello complessivo, affrontati con abbigliamento molto più pesante, in netto contrasto con l’equipaggiamento leggero impiegato l’anno precedente.

Il nevaio del Pollino – uno dei più meridionali d’Europa in provincia di Cosenza, Calabria – rappresenta un laboratorio naturale per il monitoraggio dell’evoluzione nivale in un contesto meteo-climatico complesso come quello dell’appennino meridionale.
La sua posizione, a 2.225 m s.l.m. in una conca rivolta a nord-est e protetta dai venti caldi meridionali, lo rende particolarmente predisposto a trattenere la neve anche nei mesi più miti.
Non è un ghiacciaio, ma in alcune annate riesce pure a superare l’estate meteorologica, come avvenuto nel 2013 e nel 2018.

Nel 2025, le condizioni attuali sono il frutto di una stagione invernale che, al di sopra dei 1900 metri, ha registrato frequenti episodi nevosi, capaci di compensare le numerose fasi miti che hanno dominato anche l’ultima stagione invernale appena trascorsa.

Il confronto con il 2024 è particolarmente significativo: nello stesso periodo, il nevaio risultava scarsissimo, ridotto a relativamente pochi residui coperti di sabbia desertica, con il fondo roccioso già visibile in vetta.
Le temperature registrate un anno fa durante la stessa escursione superavano i 12°C in vetta già in tarda mattinata, mentre nel 2025, sempre ovviamente durante l’escursione, avvenuta in un contesto simile, ossia durante un richiamo
di aria decisamente mite (seppur in tono minore) le massime non hanno oltrepassato i 5-6°C e nelle aree boscose in quota i valori mattutini si aggiravano attorno allo zero.
Nonostante alcune letture affrettate circolate nei mesi scorsi, noi abbiamo da tempo sottolineato come l’inverno 2024/25, pur lontano dalle grandi annate del passato, non fosse minimamente paragonabile al precedente, né per durata né per qualità degli accumuli in quota.
Il nevaio del Pollino non è solo un’area naturale suggestiva: è anche un indicatore ambientale fondamentale!
La sua presenza o assenza offre informazioni preziose sull’andamento meteo-climatico stagionale, sull’innalzamento della quota neve e sulla disponibilità idrica dei territori montani.
Negli ultimi anni, la linea di accumulo nevoso si è stabilizzata spesso oltre i 1500 metri, a testimonianza di un cambiamento ormai strutturale, in cui la resilienza dei nevai appenninici è sempre più messa alla prova.
La prospettiva per il 2025 appare però incoraggiante: se non interverranno ondate di calore troppo intense, la sopravvivenza del nevaio fino a maggio inoltrato è oggi uno scenario plausibile.
Un traguardo che, solo un anno fa, sapevamo giada essere irraggiungibile.
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MLG – Monitoraggio Nevaio Pollino 2025